Da sempre sono stata attratta dalle cose vecchie, oggetti o parte di essi che hanno avuto un ruolo più o meno importante, che poi sono stati inesorabilmente gettati via, a volte anche in modo “selvaggio” inquinando l’ambiente in cui viviamo, e così mi sono ritrovata a girare per mercatini, a raccogliere dai cumuli di rifiuti abbandonati qualche pezzo che sembrava chiamarmi, trattasi di oggetti dei più disparati, che hanno colpito la mia attenzione vuoi per il colore, per la forma, vecchi giocattoli rotti, che mi riportano al tempo della mia infanzia, libri ingialliti, tubi contorti, insomma tutto ciò che “pulsa”

Riutilizzare l’inutilizzabile…, e dopo la raccolta, che è quasi sempre casuale, nel silenzio del mio studio di campagna, dispongo questi “reperti” sul tavolo e li lascio parlare, è un discorso il loro che arriva diritto al mio cuore, la mia mente gli costruisce intorno, prendendo spunto appunto dalla forma che hanno assunto in caso di ferri o tubi, storie e situazioni vissute in prima persona, sentite da altri o semplicemente inventate; il più delle volte il mio intervento di composizione è minimo, mi limito ad accostare le cose che parlano la stessa lingua, che fanno lo stesso discorso, anche se vissute in tempi diversi, li fisso su un pannello o sulla tela così come sono, quindi li affogo in un composto cementizio che preparo personalmente unendo vari elementi, con cui completo, se necessario, le parti mancanti dell’oggetto, poi intervengo nel loro discorso, aggiungendo qualcosa di mio, frasi, frecce, sensazioni…..continua la lettura

Una volta asciutto lo scolpisco, porto fuori dal cemento le parti che mi interessano, lo levigo, quindi inizia la fase della pittura che, a seconda del soggetto, è più o meno intensa, mai troppo invadente perché voglio che rimanga quel velo di mistero che solo il tempo crea, lascio infatti molte parti senza colore. Posso dire di non avere modelli di ispirazione in quanto questo è il frutto di lunghi anni di sperimentazioni: per molto tempo mi sono dedicata al restauro di “cose vecchie”, poi alla pittura nelle sue varie forme, poi ho imparato a modellare la cartapesta, l’argilla,il cemento… con l’idea fissa del recupero, del non spreco, del non inquinamento ….non gettare le cose, non scordare il passato, custodire gli antichi valori che hanno reso grandi le persone, guardare al futuro con ottimismo…e non so come, essendoci arrivata gradualmente, ho assemblato tutto ciò, ed è nata la mia “Pittoscultura”, che mi appassiona come non avrei mai potuto immaginare, a volte mi costa fatica fisica, ma le soddisfazioni sono molte, ed ogni volta che finisco un lavoro, già penso di farne un altro, ed un altro ancora


Le tematiche che più mi coinvolgono sono quelle che vedono protagonista la donna nei vari momenti della sua vita: quando sboccia la sua femminilità, quando diviene madre, quando, per motivi vari, finisce “escort” (come dicono oggi), quando invecchia …..mi ribello alla sua condizione di non completamente libera, perché sempre soggetta all’uomo o agli affetti e dove i pregiudizi e le discriminazioni sono una realtà con cui vive e si scontra quotidianamente. Mi piace anche riportare alla luce i tanti ricordi della mia infanzia vissuta molto serenamente con tutti quei valori che la mia famiglia mi ha lasciato come unica ricca eredità. Mi coinvolgono molto le varie tematiche che ogni giorno riempiono i nostri telegiornali…… e poi ritorna sempre il tema dell’inquinamento, che se non ci ravvediamo in tempo sarà quello che ci ucciderà.